Nell’anno del trentesimo anniversario dalla costituzione del Consorzio Vicenza è, compie 20 anni anche la Vicenza Film Commission che nacque come ramo d’azienda del consorzio condividendone il principale obiettivo, vale a dire la valorizzazione del territorio, in questo caso, sul modello delle film commission americane sfruttando le grandi potenzialità che l’audiovisivo poteva e può offrire con il cineturismo.
Grazie a questa sinergia Vicenza Film Commission ha potuto raggiungere fin da subito destinazioni lontane, come Bollywood e le sue produzioni così come le fiction televisive coreane ed attirare nel territorio vicentino alcuni importanti progetti in collaborazione con le stesse delegazioni estere dell’ENIT- Ente nazionale italiano del Turismo che pure aveva aperto a queste collaborazioni.
Grazie all’ospitalità della Regione del Veneto - Assessorato alla Cultura, da molti anni si rinnova l’appuntamento al Lido che permette di presentare progetti legati al Vicentino, siano essi lavori destinati al grande pubblico (come il Mancino Naturale con Claudia Gerini, girato lo scorso autunno in città ed in uscita nelle sale il mese prossimo) che lavori di più giovani registi che stanno affacciandosi sulla scena cinematografica. L’appuntamento al Lido diventa una vetrina ma anche un’occasione di incontro e confronto tra i protagonisti.
Nel corso dell’incontro oltre all’omaggio a Mario Rigoni Stern nell’anno del centenario della nascita nel momento curato dal giornalista Alessandro Comin, saranno proiettati ben 12 trailer tra cui gli inediti di 800 giorni, il nuovo film di Dennis Dellai dedicato al rapimento di Carlo Celadon – evento che scosse l’Italia negli anni 80 - ed il primo assaggio di “Mancino Naturale”.
Inedito anche il trailer de La Rua. La magia di Vicenza, mediometraggio che unisce la volontà di presentare Vicenza ed alcuni luoghi della sua provincia con la Rua, festa nata nel 1444. Il film sarà anche uno dei principali strumenti di sostegno della candidatura di Vicenza “Città della Cultura 2024”.
800 GIORNI - lungometraggio di Dennis Dellai
Film liberamente ispirato al sequestro di Carlo Celadon, avvenuto nel 1988.
Relatori
Dennis Dellai - Regista
Giacomo Turbian - Sceneggiatore
Marta Dal Santo – Attrice
Il film 800 giorni, la cui lavorazione è iniziata nell’autunno dello scorso anno, è il terzo lungometraggio del regista vicentino Dennis Dellai, che è anche redattore presso il quotidiano Il Giornale di Vicenza.
Si tratta di un soggetto originale scritto dallo stesso Dellai con la collaborazione dello sceneggiatore Giacomo Turbian, liberamente ispirato alla drammatica vicenda dell’arzignanese Carlo Celadon che alla fine degli anni Ottanta fu vittima di uno dei più lunghi ed efferati sequestri a scopo di lucro operati dall’Anonima Sequestri calabrese. L’intreccio si svolge tra il Vicentino e l’Aspromonte, in un periodo che va dal 1988 al 1990. Molto curata l’ambientazione storica e del costumi dell’epoca, con il consueto contributo di collezionisti e appassionati. Verrà rievocato anche il
mondo della comunicazione di quegli anni, giornali e radio private, del quale fecero parte proprio in quel periodo lo stesso regista e altre figure del cast. Dellai ha deciso di scommettere sul talento e la voglia di emergere di giovani attori vicentini senza esperienza, cui sono stati affidati i ruoli principali, a partire dalla protagonista Marta dal Santo che nel film interpreta la fidanzata del giovane rapito. Assieme a loro interpreti più rodati come il padovano Vasco Mirandola (Mediterraneo di Salvatores, Notte italiana di Mazzacurati) e il thienese Davide Dolores (apparso in tv ne Il commissario Montalbano e nella serie Màkari), che si sono messi a disposizione del progetto con grande entusiasmo.
Il regista e l’associazione Progetto Cinema AV che cura la produzione del film, con il generoso contributo di alcuni imprenditori coordinati da Pietro Sottoriva, confermano con questo terzo lavoro la grande attenzione per territorio in cui vivono. Come già avvenuto per Terre Rosse (2008) e Oscar (2016) al centro del racconto c’è una vicenda accaduta nel Vicentino, sia pure rivisitata, e il progetto produttivo coinvolge maestranze, attori e luoghi della provincia di Vicenza.
Un nuovo capitolo di quello che alcuni critici hanno definito come sorprendente e singolare esempio di “cinema di comunità”, in grado di coinvolgere una intera comunità locale nel progetto un po’ folle ma quanto mai concreto di realizzare un lungometraggio d’epoca, con centinaia di comparse, decine di location, mezzi e attori di richiamo (come Mariano Rigillo e Sara Lazzaro in “Oscar”), sostanzialmente autoproducendosi.
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RIGONI STERN E IL CINEMA talk a cura di Alessandro Comin giornalista, inviato alla Mostra del Cinema per Il Giornale di Vicenza
Breve talk show sul rapporto tra Mario Rigoni Stern (nel centenario della nascita) e i film, progettati o realizzati, sulle sue opere o con il suo apporto. Contributi video con interviste e clip di alcuni film.
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ORE 15.00
RENAISSANCE miniserie di Youssef Da Lima
Relatori
Youssef Da Lima - Regista
Diego Dalla Palma – Truccatore, scrittore e attore
Laura Milan – Stilista
Il progetto ad episodi, girato in pieno lockdown, parte sulla Rinascita, una parola che implica passato, una storia e un nuovo inizio. Un inizio che abbiamo deciso di avviare in questo periodo storico dentro un teatro vuoto, sospeso tra spazio e luce, e affine al bisogno di dar vita tramite le stoffe della stilista Laura Milan, che si intrecciano con musica, arte, parole, e poesia. Tra le location vicentine, il teatro Comunale di Thiene. Troupe interamente della provincia di Vicenza.
DI FUOCO E D’OMBRA cortometraggio di Youssef Da Lima
Relatori
Rossella Menegato – Scrittrice e Sceneggiatrice
Youssef DaLima – Regista e Sceneggiatore
Marzia Garofletti - Produttrice
Paco Cacciola – Fonico e Compositore
Manuela Brocco – Storica e scrittrice
Cosa avranno in comune un Saggio, 10 giovani ragazze alle prese con la soluzione di un enigma e 11 donne evocate dal lontano passato? Sullo sfondo una città misteriosa e un susseguirsi di avvenimenti che porteranno alla soluzione del mistero. Una storia poco conosciuta, solo sussurrata, a volte scomoda. Quella vissuta dalle donne, protagoniste inascoltate di tutti gli eventi.
Troupe interamente vicentina per il cortometraggio, girato in centro storico a Vicenza (locations: Piazza dei signori, Basilica Palladiana, Biblioteca Bertoliana, Palazzo Chiericati, Criptoportico Romano, Palazzo Leoni Montanari, Cattedrale, Torre di Porta Santa Croce).
Il progetto è finanziato dalla Regione Veneto.
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ORE 15.20
DESIDERIO IMPERFETTO cortometraggio drammatico di Alessandro Rindolli
Relatori
Alessandro Rindolli - Regista e Sceneggiatore
Sofia Nostrali - Aiuto Regista
Matteo Pagliarusco - Montatore
Thomas Pappacena - Attore Protagonista
Desiderio Imperfetto è un dramma che tratta temi come l'adolescenza, la crescita e il rapporto conflittuale con la famiglia. La trama ruota attorno alla relazione che si crea tra Adamo e Giona, il primo un uomo maturo e stabilmente fidanzato con la sua compagna Eva, il secondo un adolescente alla scoperta di se stesso. Tra desideri proibiti e visioni premonitrici, i due continueranno la loro danza fatta di tradimenti e bramosia, da cui nessuno dei due è capace staccarsi.
Il film è stato girato interamente a Vicenza, sia negli interni che negli esterni. Il cast è composto da persone del vicentino e del veronese, come Thomas Pappacena, Jennifer Armani, Caterina Formentelli, Alessia Bartolomucci (I delitti del BarLume) e William Moreschi (Alta Infedeltà, Real Time), tutti studenti e/o diplomati all'accademia di cinema. Il film è stato realizzato grazie una raccolta fondi, che ha permesso di raggiungere il livello qualitativo prefissati. Diversi luoghi di Vicenza hanno ospitato le riprese, tra cui Piazza dei Signori, Monte Berico, scorci di Piazza Matteotti oltre a location della provincia ad Altavilla Vicentina e Nanto.
DATI SENSIBILI short documentario
Relatori
Alessandro Rindolli - Regista, montatore
Gianna Rubini - Performer e Artista, autrice dei volumi Dati Sensibili
Insieme all'artista e performer Gianna Rubini (vicenza-1993) Rindolli ha realizzato un breve documentario sulla ricerca Dati Sensibili, che tratta il rapporto essere umano/macchina e più nello specifico utente/assistente digitale presenti nei nostri dispositivi elettronici. Gianna Rubini dal 2017 intervista Siri, assistente digitale di Apple INC dei dispositivi IOS e ne segue gli aggiornamenti trascrivendoli e documentandoli.
Dal materiale raccolto nascono due libri. Gianna Rubini presenta per la prima volta quest’anno Ehi, monologo di 17 minuti da lei creato e performato in occasione della mostra Pillows like pillars a cura di Stefano Volpato presso Associazione Barriera di Torino. Il ritratto di Siri che ci propone Gianna Rubini non è l'unico lato affascinante del libro, troviamo stimoli a riflettere sul significato della conoscenza fra un essere umano e un assistente digitale, della sua perfettibilità, e dell’evoluzione tecnologica che ci sta dietro, e ci accompagnerà sempre in futuro.
Il documentario è girato in parte a Torino ed in parte a Vicenza (sono presenti alcuni scorci di Vicenza centro e lo studio d’artista “Il Salotto”).
RED cortometraggio d'azione
Relatori
Matteo Pagliarusco: Regista e montatore
Giulia Reine: Regista
Alessandro Rindolli: Assistente alla regia
Giorgio Recchia: Scrittore
Girato tra Milano e Vicenza, Red è uno short-film d'azione. Tra le figure del cast Daniela Delle Cave (Quelli ell' Intervallo, Disney), Giorgio Recchia (Made in Italy, Mediaset) e Paolo Massaria (The Carpenter, Klojo Production). Il film è un Action Movie che omaggia il cinema degli anni 80, con ispirazioni a Taxi Driver, Rambo e serie come Breaking Bad. La storia ruota attorno a un uomo, un ex-militare, che per uscire dalla depressione a causa della morte della moglie, decide di aiutare un amico in difficoltà dopo un affare andato storto con la malavita.
Tra le location Vicenza e Monte Berico, Montebello e Altavilla Vicentina.
PANNOCCHIA NON HA PIÙ PAURA cortometraggio d'animazione
Relatori
Matteo Pagliarusco - regia, montaggio e animazione
Dirigente scolastico Pierpaolo Frigotto - scrittura
“Pannocchia non ha più paura” è un cortometraggio della durata di venti minuti, diretto e animato da Matteo Pagliarusco. Il cartone si basa sul racconto per bambini del dirigente scolastico Pierpaolo Frigotto e dell'insegnante Lucia Nizzaro. La storia narra delle avventure della burattina Pannocchia, la sorellina di Pinocchio. Durante un inverno molto freddo l'intero paese viene paralizzato da una nevicata che costringe tutti gli abitanti a non uscire più di casa. Le scuole vengono chiuse, i vigili urlano col megafono di rimanere nelle proprie abitazioni e i genitori possono uscire solo per le commissioni più urgenti... Stando attenti a non scivolare e farsi male!
Pannocchia si ammala di raffreddore e spaventata dalla sua malattia decide di non uscire più di casa per non ammalarsi di nuovo. Si rintana nel suo piccolo mondo e nasconde nei suoi foltissimi capelli biondi tutte quelle cose che la spaventano, come le scarpe della mamma per non farla andare via, lo stetoscopio del Dottor Baffoni e lo zainetto di scuola. Alla fine però, grazie alla sua famiglia e ai suoi amici, impara a superare le sue paure e a tornare così a vivere serena e felice. In un mondo di digitalizzazione, ritornare al disegno sembrava doveroso per una generazione di bambini
cresciuti in un'era post-manuale e post-analogica.
A questa generazione di bambini mancava il vero cartone animato, quello disegnato a mano. E' esattamente da qui che è nata l'idea. L'unicità di questo cartone animato è stata la sua realizzazione perché è stato interamente disegnato, colorato, ritagliato, doppiato e cantato dai bambini della scuola dell'infanzia. I bambini hanno realizzato sia i personaggi che tutti i fondali di scena e proprio per questo si sono volute lasciare libere le proporzioni e le prospettive, permettendo alla loro fantasia di muoversi senza limiti dopo aver ascoltato la storia. L'animazione è stata realizzata in parte al computer e in parte in un'aula speciale che, grazie alla creazione di una “saletta green-screen” dove si sono mossi tutti i disegni, ha immerso i bambini all'interno di un ambiente totalmente nuovo e fantastico, svincolato da qualsiasi limite se non quello dei loro sogni. I bambini inoltre hanno imparato in modo semplice e adatto alla loro età le basi per diventare creatori di contenuti multimediali, diventando così membri attivi di un progetto cinematografico e non dei semplici spettatori o consumatori passivi. La responsabilità della riuscita del cartone animato ha fatto nascere in loro
un grande senso di comunità che si è palesato in commoventi gesti di supporto e aiuto reciproco. Oltre che come artisti, i bambini si sono resi protagonisti anche come doppiatori, dimostrando un grandissimo impegno e un entusiasmo pazzesco verso quel mondo fatto di microfoni, copioni e battute da riprovare tantissime volte senza mai scoraggiarsi. Anche qui, la creazione di una stanza dedicata a questo genere di attività ha permesso loro di sentirsi dei veri professionisti e di dare sempre il massimo. Per finire, tutti insieme hanno imparato a memoria e cantato la canzone originale di Pannocchia, scritta da Riccardo Tronca, e utilizzata come sigla del corto animato. Realizzare un cartone animato rende entusiasti i bambini perché possono vedere i loro disegni animarsi e prendere vita e, al tempo stesso, acquisire consapevolezza delle nozioni fondamentali relative al movimento e alla dinamicità del mondo che li circonda.
ORE 15.40
MANCINO NATURALE lungometraggio
Relatori
Salvatore Allocca, regista
Riccardo Di Pasquale, Direttore area Cinema · Fenix Entertainment SPA
Daniele Esposito, Emma Film
La determinazione di una madre sola (Claudia Gerini) disposta ad andare oltre alle sue possibilità pur di dare a suo figlio una chance nello spietato mondo del calcio professionistico. Ma dietro a questo sogno c’è un conto aperto col passato che Isabella, proprio per il bene del figlio, sarà costretta a regolare. Il racconto, sebbene incentrato su una storia e su argomenti drammatici, è dotato di forti elementi umoristici tipici della commedia romantica, insiti naturalmente nella vicenda e nei suoi personaggi. Si genera così un’alternanza di dramma e ironia, tenuti insieme, in un’unica amalgama, da un’ambientazione e da un registro espressivo realistico. Questo consente di indagare e raccontare l’umanità e i drammi legati alla vicenda e ai personaggi, ma anche di sorridere, e ridere delle loro debolezze, dei loro tic, e delle situazioni paradossali ed eccessive che si vengono a creare di volta in volta. In questo senso il genere del film che immaginiamo è quello che viene oggi propriamente definito "commedia drammatica" o "dramedy". Un genere che per molti versi si rifà anche alla vecchia commedia all’italiana, dove proprio all’interno di drammi importanti si originava un tono umoristico: una mescolanza di dramma e commedia, che riflette la vita quotidiana di tutti i giorni.
Nel cast, oltre a Claudia Gerini, Francesco Colella, Massimo Ranieri, Katia Ricciarelli ed il giovane Alessio Parinelli al suo esordio.
Le riprese iniziate a Latina si sono poi spostate per un paio di settimane a Vicenza, città in cui il ragazzo scappa sull tracce del padre, anche lui un tempo tifoso del Lanerossi. Location in centro storico, allo stadio Menti e allo stadio comunale di Caldogno.
Film in uscita nelle sale in ottobre 2021.
LA RUA.LA MAGIA DI VICENZA mediometraggio
Relatori
Simona Siotto, Assessore alla Cultura del Comune di Vicenza
Daniele Cazzola, regista
Davide Fiore, direttore artistico del progetto
Il Film mediometraggio, è stato prodotto in occasione del “Giro della Rua”, edizione 2021, per rispettare la cadenza biennale della seconda più antica Festa storica del Veneto e, modernamente, divenuta una parata di tutto il volontariato e l’associazionismo.
Il film ( 62 minuti) unisce la volontà di presentare Vicenza ed alcuni luoghi della sua provincia con la Rua, festa nata nel 1444, candidabile a patrimonio immateriale Unesco. Il film vuole, inoltre, appassionare i cittadini nel sostenere la Candidatura di Vicenza e la sua provincia a “Città della Cultura 2024”. Una lunga passeggiata circolare di Stendhal per le strade, nei luoghi e nelle viscere della città, persino nelle rovine della città moderna, offrono una visione di Vicenza che va oltre gli stereotipi e i simboli per la quale è conosciuta, includendo l’architettura moderna e le prospettive di luoghi di quotidianità, ma dal forte impatto estetico. È un invito a cercare altri livelli di lettura della (presunta) realtà: un interno di Carlo Scarpa diviene un labirinto interiore, un edificio di Franco Stella, un’abbagliata acropoli metafisica, la grande Rua smontata, un capriccio del Piranesi, mentre il Palladio è regista di città ideali. Come lo studioso potrà sfogliare i suoi Quattro Libri, allo stesso modo il viaggiatore percorrerà “le piazze”che incontra sul suo cammino. Architetture disegnate o semplici scenografie, amplificano il senso di “Theatrum urbis”insito nella città. Il forestiero vi coglierà simboli premonitori, i volti grotteschi e le espressioni goliardiche che lo interrogheranno sul “conosci te stesso?”.
Il centro della narrazione sono i cittadini, immersi in uno straordinario patrimonio artistico e monumentale che diviene parte emotiva del carattere dei personaggi. I riferimenti storici, talvolta mitologici tra sacro e pagano, sono rappresentati in una “società in continuità sognante” che la mente letteraria del viaggiatore curioso, traducono in un sognare continuo. Tutti gli interpreti (attori e non), recitano la parte di personaggi storici, o mitologici, o incarnano un’intera categoria di cui sono parte nella vita vera (es. il volontariato, lo sport, i mestieri). Stendhal amplifica i sentimenti
attraverso la Sindrome (Patrizia Laquidara), racchiusa nel suo animo. Ogni dialogo è declinato al senso del girare, della circolarità, quindi del destino. Ogni elemento è un ingranaggio, nemmeno a dirlo, mosso dal signore del tempo. La temporalità e i luoghi sono scomposti e rinventati, rendendone ardua una definizione vera e propria. Vicenza è vicina alle montagne ma lamenta di “aver perduto il mare”, è “una Venezia cui hanno prosciugato i canali”, è concreta e onirica e in inconsapevole mutazione. Vivace e solidale, è abitata da cittadini attorniati di anguane, sirene, spiriti, persino
allegorie come il Giano bifronte. E tutti sublimano la quotidianità attraverso valori universali. Si possono cogliere varie citazioni cinematografiche, come Il Commissario Pepe (E. Scola, 1969) o letterarie (Stendhal o Il Prete Bello di Parise) e omaggi a grandi registi come Fellini, Pasolini, Sokurov, Kurosawa, Ferreri, Monicelli, Cocteau, Greenaway, o ai fotografi Paolo Ventura e Maria Svarbova (per i suoi riferimenti agli anni ’60 dai colori pastello). Ricorre spesso il “sogno nel sogno” come nel romanzo di Polifilo, o il paganesimo insito nella religiosità popolare, così come un senso alchemico nelle geometrie euclidee, care al Rinascimento. Curiosi personaggi sibillini sembrano usciti dall’Odissea o dai Tarocchi marsigliesi. Si potrebbe affermare che ogni elemento della città ha un’anima che rimane in circolo nel presente, basta volerne leggere il messaggio. Persino il Pigafetta osserva il mistero del mare con occhi letterari, impavido e tentato dalle sirene, come se fosse un Giona biblico, intrappolato nel ventre del mostro marino. La ricerca iconografica attinge anche dalla pittura, con particolari tratti da dipinti celebri (Paolo Veneziano, Giovanni Bellini, Paolo Veronese, i Bassano, Moroni, Piranesi) inseriti “in tableau vivant” e dalla scultura (ogni posa della Sindrome fa riferimento a sculture del Canova). Nella colonna sonora originale prevale il jazz o il virtuosismo per piano e contrabbasso, con forte presenza ambientale del vento, che sospende l’atmosfera della città e la rende inquieta. La considerazione finale ha, tuttavia, un aspetto del tutto mondano e godereccio, lo scrive lo Stendhal stesso: «il grande male della vita è la noia».
Numerose le location, tutte vicentine:
Vicenza: Teatro Olimpico, Piazza dei Signori, La Rotonda, Palazzo Chiericati, Basilica Palladiana, Teatro Comunale Teatro Città di Vicenza, Museo Diocesano di Vicenza e Palazzo Vescovile, Duomo, Gallerie d’Italia a Palazzo Leoni Montanari, Chiesa di Santa Corona, Cimitero Monumentale, Corso Palladio e piazze e strade del centro, ex Fiera ai Giardini Salvi, Parco Querini, Villaggio del Sole, esercizi commerciali del centro, Magazzini AIM, Monte Berico e i suoi portici, i fiumi, i colli berici, botteghe e negozi, laboratori artigiani.. Bassano del Grappa: Bolle Nardini Zovencedo: Cava Arcari Sarcedo: parco di una villa storica Vetreria artistica a San Giorgio di Perlena: e Liuteria Breganze
WHEN THE MIST CLEARS lungometraggio
Relatori
Make up artist Tamara Pellegrin
Film scritto e diretto da Cengiz Dervis
Casa di produzione “Fight Me Productions” di Londra.
E’ un lungometraggio ambizioso con una trama molto forte e scene accuratamente realizzate. La storia è guidata da personaggi forti, naturalismo, eccezionali location italiane accompagnati da una grande squadra per realizzare la visione e la direzione dell'attore, scrittore, produttore, regista Cengiz Dervis. Il film ha vinto fin ora numerosi premi in Festival Internazionali, sia negli Stati Uniti che in India. La Locandina officiale e alcune immagini di backstage, si trovano in allegato, insieme alla sinossi del film in inglese.
Il Film sta avendo successo nei festival internazionali, e ad oggi vanta premi a
Nova International Film Festival - North Virginia, Usa
Film International Film Festival - Las Vegas, Usa
Roshani (Reels) International Film Festiva 2021 – India
Miracle Makers International Film Festival 2021 - Las Vegas, Usa
Winner - Mico Award –a Cengiz Dervis
Accolade Global Film Competition - Usa
MALACARNE lungometraggio
Relatori
Lucia Zanettin - Regista
Piergiorgio Piccoli - Attore protagonista
Samuele Ferri – Attore
Malacarne è un lungometraggio di fiction, di genere drammatico, che vede come protagonista una montagna inviolata e misteriosa, che, a causa del suo isolamento, inesorabilmente attira a se’ un eterogeneo gruppo di personaggi.
Le riprese del film sono iniziate il 9 agosto e termineranno entro il mese di settembre 2021. L’uscita in sala è prevista per la primavera 2022. Il film è prodotto in collaborazione con il Centro di Cinematografia e Cineteca del CAI (Club Alpino
Italiano). Il film è girata tra Trentino e il Bellunese: vicentini sia la regista che alcuni degli attori principali (P. Piccoli e A. Zago)
SHELLA MARZO docu-fiction
Relatori
Bruno Carli: Regista e sceneggiatore
Giacomo Manghi: Direttore della fotografia e sceneggiatore
Lara Lettieri: Aiuto regia e pre-produzione
Schella Marzo (titolo provvisorio), film con base documentaristica: Immersi nella ritualità ciclica di una piccola comunità alpina, due bimbi crescono insieme. Quando, a causa della pandemia, la famiglia di Daniele emigra a Chicago, Giacomo rimane in paese. La piccola comunità continua a vivere; le feste, le stagioni si avvicendano come prima e l’inverno finisce ancora una volta, ma per Giacomo il mondo si è aperto.
Schella Marzo è nato come un progetto di ricerca filmica sull’Altopiano dei Sette Comuni e di questo porta ancora il segno: la scrittura di finzione è andata allargandosi a macchia d’olio su un'intelaiatura documentaristica, fino a trasformare il film in un ibrido in cui la messinscena emerge dalle situazioni e dagli eventi della comunità di Cesuna. Lungo il corso di un anno seguiremo quattro momenti tradizionali della ritualità del paese su cui innesteremo gli eventi della sceneggiatura per ottenere una sorta di doppio piano che vede da un parte lo svolgersi della finzione legata alla storia di Giacomo e Daniele e dall’altro il fluire, quasi documentaristico, della vita del paese. In questa sezione saranno incastonate le due sequenze di immagini di archivio.
La struttura produttiva di questo film verrà scandita dagli eventi del paese di Cesuna. L’idea del progetto, infatti, è quella di innestare una finzione all’interno dei veri contesti di festa e comunità del posto. A questa messinscena ibrida seguirà una serie di interviste agli abitanti del paese (tra cui gli stessi attori), che ci racconteranno della memoria di Cesuna, della questione migratoria, della loro percezione della comunità e del mondo fuori da essa. Il documentario è totalmente ambientato e girato a Cesuna (Roana), sull’Altopiano di Asiago.