Potevano scegliere tra mille argomenti: la scuola, lo sport, amori giovanili. Invece quando quel gruppetto di volontari della Movie´s Geyser, onlus di Mussolente che usa il cinema come strumento di aggregazione, doveva pensare a una sceneggiatura per un film ha deciso per una storia vera di violenza sessuale. E anche dura: una 16enne che si era suicidata quando i suoi aggressori erano stati rimessi in libertà.
Il film è pronto, si chiama Black out, lo produce la Sole e luna production (sempre di Mussolente) e adesso stanno cercando amici e sostegno via Facebook. Perchè i due registi Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato assieme agli attori fatti in casa sperano di trovare un distributore e delle sale che lo vogliano proiettare. Intanto qualche aiuto è arrivato, tutto gratis: l´agenzia di comunicazione Lorenza Somogyl Bianchi fa da ufficio stampa, Marco Testoni ha firmato la colonna sonora, Edoardo De Angelis ha curato il tema musicale. E sempre su Facebook ci sono già 1100 persone che hanno dato un clic di solidarietà su “mi piace”.La sceneggiatura-thriller dei giovani vicentini non finisce però nel modo terribile di quella storia vera: Elettra esce da una festa di Halloween e viene violentata. La sua vita cambia tra silenzi e disagi ma il coraggio di un gruppo di amici che si ribella a quella situazione mettendosi a caccia dei responsabili la aiuterà ad andare avanti.
«Hanno scelto tutto i ragazzi, noi abbiamo contribuito al loro entusiasmo. Ma il finale è di speranza». Giorgia Lorenzato è coregista di Black out e addetta al montaggio. Parla come se fosse una veterana ma ha solo 21 anni. «Ci tengo anche a dire che tutti i soldi che incasseremo andranno in beneficenza - spiega -. Anzi se c´è qualche associazione che si occupa del mondo giovanile, di violenze, si può mettere in contatto con noi. Siamo una onlus, non facciamo queste cose per guadagnare».
Hanno già prodotto altri film, quelli di Movie´s Geyser. Sulla droga, sull´alcol e sulla sicurezza stradale: «Li portiamo nelle scuole e nelle parrocchie». Ma per questo ultimo lavoro serve un distributore e delle sale che lo proiettino: «Siamo in trattativa con alcune aziende interessate - dice sempre Giorgia Lorenzato -. Tutto dipende da quanta solidarietà troveremo via internet, perché solo se piace a tanti la nostra iniziativa possiamo farci sentire». Insomma visto che sono tutti giovani (anche se Manuel Zarpellon ha 37 anni e altri adulti hanno contribuito) usano i mezzi dei giovani. Come facebook.
E poi la questione soldi. Dietro a tutto il progetto di Black out infatti non ci sono certo ricchi sponsor e produttori hollywoodiani. Si sono pagati tutto da soli, più qualche aiuto e qualche ditta generosa. Insomma autofinanzianmento: «Quanto è costato il film? 50 mila euro» dice quasi sottovoce la giovane regista. «Eh si, sono più di quanto pensavamo per un prodotto low budget. Ma abbiamo avuto qualche problema tecnico, si sono rotte delle attrezzature e abbiamo dovuto ricomprarle». La stessa Sole e luna production in fondo è di un volontario della zona.
Ma così si fa un film fai da te. Soprattutto pensando che lo scopo è quello di far lavorare assieme dei ragazzi. Quei 12 volontari che hanno fatto tutto: attori ma anche attrezzisti, addetti alle luci, microfonisti. Ma ne valeva la pena. Anche per un altro motivo: «Sulla pagina Facebook del film decine di ragazze e ragazzi ci hanno confessato di aver subito violenza - dice Lorenzato -. E questo mi ha colpito moltissimo.
Fonte Il Giornale di Vicenza, 12 giugno 2012