LETTERA DEL GIORNO - Il Giornale di Vicenza
4/6/2013
Dopo la batosta, anche se scontata, non ci resta che consolarci. Non c´è solo il calcio. Perché proprio in questi giorni la tappa vicentina del Giro è stata un trionfo: centinaia di migliaia di spettatori assiepati lungo il percorso da Gambellara, la Riviera Berica e sui colli Berici, al traguardo di viale Roma a Vicenza. Esultanti e composti hanno commosso il mondo che ci stava a guardare. Peccato per l´incidente, quello non ci voleva proprio, prima della dimenticanza televisiva della Rotonda e qualche giorno dopo ripassando da noi, scambiando per la villa più famosa al mondo un palazzetto sconosciuto. Tanti stranieri che speravano di vedere quel gioiello mentre la corsa gli passava davanti, adesso si domanderanno se era proprio Vicenza quella. Insomma un affronto che proprio non ci voleva, per di più commesso da mamma Rai che da queste parti preleva buona parte dei suoi ricavi finanziari. Ingrata oltreché madre snaturata.
Ci sono promesse in giro di riparazione; se è così la Rai dovrebbe preparare una fiction da girare fra i palazzi e le ville palladiane e da trasmettere per mesi se non anche per anni; una specie di “Dallas” per numero di puntate ma dalla trama ben più consistente. È il minimo.
Ma tornando al Giro: già il comitato preposto preannuncia grandi novità per le prossime edizioni e perfino il campionato del mondo, proprio qui da noi. È questo il rilancio che Vicenza e provincia chiedono. Speriamo. Ma intanto Vicenza dovrà puntare anche ad altri due appuntamenti che insieme concorrono a farla conoscere e più ancora apprezzare. Lo abbiamo suggerito, come associazione “Vicenza In Centro” al sindaco Achille Variati fresco del voto di riconferma. Primo: Vicenza che già fa parte della cordata delle città del Nordest per la candidatura di capitale della cultura europea 2019, dovrebbe farsi avanti per proporsi come capofila. Da tempo insistevamo perché Vicenza si ponesse a capo del gruppo guidato da Venezia. Ora dopo il ritiro del nostro capoluogo regionale, si è liberato il posto e Vicenza può, deve occupare la posizione di testa; ma potrebbe anche aspirare alla candidatura da sola. Non è necessario ricordare qui i titoli che la rendono da sempre una città singolare per la sua architettura, opera di quel protagonista unico al mondo, dichiarato dal Congresso americano il padre dell´architettura Usa. Che dovremmo dire noi allora? Di qui il secondo obiettivo: la creazione dell´università internazionale dell´architettura “Andrea Palladio”. Vicenza è una scuola aperta e averla finora trascurata rimane un mistero. Un ricordo personale. In un viaggio in Giordania, la guida del posto ci raccontava che studiando architettura a Venezia veniva invitata dall´insegnante di quella università di frequentare Vicenza e le sue architetture se voleva superare gli esami. Allora perché non ci diamo da fare noi vicentini, tutti?
Giovanni Bertacche