Non possiamo sognare una scritta bianca sulla collina di Monte Berico. Onestamente, no. I frati perderebbero la loro proverbiale mitezza. E alla Soprintendenza qualcuno avrebbe un infarto. Quella parola che regala un sogno, Hollywood, a caratteri bianchi alti 14 metri, sta bene dove sta: sulla collina di Los Angeles. Il nostro colle val bene il santuario. Eppure a Vicenza, da qualche anno in qua si sta verificando un piccolo-grande fenomeno, finora sfuggito alle analisi degli economisti: sempre più registi, sceneggiatori e troupe (tanti stranieri, molti orientali) scommettono sulla città del Palladio per i loro film. L´ultimo, in ordine di tempo, è quello cinese: ma ci sono stati anche coreani e indiani.
In questi cinque anni dolorosi di crisi, sono stati una ventina i film girati a Vicenza, con il sostegno del Consorzio “Vicenza è” e della Vicenza Film Commission. Venti non sono pochi, specie se rapportati a una provincia come la nostra. D´accordo, si tratta di spezzoni di film più o meno lunghi. Però le scenografie vicentine, come Goffredo Parise chiamava gli scorci palladiani, si prestano bene a fare da quinta a un film. Sta di fatto che il film cinese (hanno girato anche sulla terrazza della Basilica) doveva essere una riedizione di Vacanze romane, invece hanno cancellato Roma dalla sceneggiatura e hanno preferito restare a Vicenza. Chissà se si chiamerà Vacanze venete. Di certo i nuovi Gregory Peck e Audrey Hepburn hanno gli occhi a mandorla. Ormai anche il cinema è global: sono lontani i tempi de Il commissario Pepe di Scola oppure del Don Giovanni di Losey. E noi teniamoci il primato anti-crisi della nostra piccola VicenzHollywood.
da ANTONIO DI LORENZO @Il giornale di Vicenza