Il cinema di Bollywood torna nel Vicentino

Sayyed Irfan aveva conosciuto Vicenza nel 2007 quando era stato in provincia per la realizzazione di un film indiano per il quale lavorava come primo cameraman. Con gli anni ha poi avviato una sua  casa di produzione, in cui opera anche come regista,  ed ora sta girando un nuovo film, “Young malang”, già in fase di ultimazione, per il quale vuole utilizzare Vicenza come set per due canzoni e dei balletti. E’ stato al consorzio Vicenza è per chiedere la collaborazione di Vicenza Film Commission per quanto riguarda i permessi e per tutte le necessità relative alle riprese, che dovrebbero avere luogo nel maggio prossimo con una troupe di 14 persone che arriveranno da Mumbai. Con lui in città anche Baldev Ram, production manager e film equipment supplier, che ha illustrato a Carla Padovan e a Giulia Ronga  il progetto del film “Dil diyaan chhitiyaan”, che ha previsto di girare da giugno nella nostra provincia e per il quale sarà impiegata una troupe di trenta persone per circa un mese.

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L´adolescenza difficile nelle mani di Ceron vale un posto a Varna

CINEMA/1. Il lungometraggio del regista vicentino approda in Bulgaria
“Prendere i cinghiali con le mani” al festival Love is folly: un riconoscimento alla produzione vicentina
Un´inquadratura del mediometraggio del regista vicentino Ceron “Prendere i cinghiali con le mani”| Troupe e attori della produzione Mira Project
VARNA (Bulgaria)
La nuova pellicola targata “made in Veneto” rappresenta l´Italia nel panorama del cinema europeo in Bulgaria. Il festival internazionale “Love is folly” sul Mar Nero nella città bulgara di Varna ha selezionato il nuovo mediometraggio del regista vicentino Corrado Ceron “Prendere i cinghiali con le mani”.
Dopo il grande successo del suo cortometraggio “Il mio primo schiaffo”, vincitore del concorso internazionale ´Action for Women´ e proiettato alla 67° Mostra del Cinema di Venezia, “Prendere i cinghiali con le mani” ha visto all´opera gran parte della squadra artistica e tecnica del film precedente.
Dopo le ultime esperienze come assistente alla regia nelle fiction Mediaset con Gabriel Garko e la menzione speciale al concorso di sceneggiatura ´Solinas Experimenta´, Ceron ha deciso di ritornare come autore sul tema del difficile mondo adolescenziale. Nasce così questo titolo, del quale è autore con la supervisione artistica di Mira Topcieva Pozzato, (che ne ha tradotto i dialoghi in bulgaro) e Daniele Scarpi. Ancora una volta Ceron è affiancato dal direttore della fotografia Alberto Marchiori, anch´egli vicentino e collaboratore di Pupi Avati, Garrone, Bellocchio e di altri grandi nomi del cinema italiano.
L´organizzazione della produzione, la direzione di casting e location sono state affidate ancora una volta al Centro Mira Project di Mira Topcieva e Alessandro Pozzato, da anni impegnati con produzioni italiane ed estere di fama.
«In questa mostra del cinema in Bulgaria - spiega Mira, ormai vicentina d´adozione - sono inclusi circa 60 film provenienti da tutto il mondo. Il nostro film è stato molto apprezzato dal direttore della selezione Aleksandar Grosev, critico cinematografico di lungo corso. “I Cinghiali” rappresenterà Italia nella sezione Panorama, dove sono presentate le nuove ricerche europee in quest´epoca di crisi economica e di forti influenze commerciali del cinema oltre oceano. Il presidente del festival quest´anno è il prof. Stanislav Semergiev, direttore esecutivo dell´Associazione Mondiale delle Accademie di Cinema e Televisione (CILECT) di Bruxelles, giurato in molti prestigiosi festival cinematografici non solo in Europa».
In questo set Mira Project, d´intesa con il regista Ceron, ha cercato volutamente volti del territorio vicentino, fra i quali i due bambini protagonisti di Nove Giosuè Polato e Isabel Benetti. Oltre ai due bambini protagonisti, nel cast sono presenti Donatella Pigato, Davide Sartori, Ivan Cechinato, Alessandro Embriti, Gentiliana Gjini, Ketty Marchioron, i piccoli Giovani Moro, Nikita Saugo e Beatrice Pozzato e con la partecipazione speciale di Mario Rodighiero.
Altri nomi vicentini dello staff il fotografo di scena Paolo Guadagnin, Fabio Dalla Valle, Veronica Clavello e Silvia Bortolazzo (segretarie di edizione) e Diego Mognon, hair stylist da Sandrigo con curriculum a livello nazionale e attrezzista scene Rino Gnata. Il film è stato girato in collaborazione con il Comune di Nove nel Mulino Barettoni, la SIG di Dueville, la Cartoleria Benetti di Bressanvido e Casa Veneta di Sandrigo.
@il giornale di Vicenza 30/3/2013

La guerra “raccontabile” dell´avvocato viaggiatore

NCONTRI. Passato e presente, atrocità e voglia di raccontare: lavoro di forte impatto emotivo
Ecco il Vietnam mai visto
Enzo Pancera
Franco Lovato è tornato dall´Asia con materiali che, dopo il cinefestival veneziano, sono la base di “Echi di pianto dall´Indocina francese” e di un nuovo dvd
Franco Lovato in un viaggio in Vietnam: l´avvocato di Cornedo è già stato al cinefestival di Venezia| Gnor Seng, nipote di Pol Pot| Cina, anni ´60: Nhem En inviato a un corso di cinematografia
Il racconto di guerra ha radici antiche nell´epica e connessioni ravvicinate nelle testimonianze personali, nelle corrispondenze giornalistiche. Ma la guerra è davvero raccontabile? I sopravvissuti spesso si rifugiano nel silenzio. La comunicazione è un impulso vitale, l´abbrutimento bellico è la negazione della vita. Quali parole possono rendere una tale devastazione? «Quando non si ragiona più, quando sei impaurito, quando il cervello è ottenebrato dalla paura e dalla bestialità trattenevo il fiato, adesso muoio dicevo, e cercavo di tenere il più possibile l´aria dentro i miei polmoni, perché mi sembrava, trattenendo l´aria, di trattenere anche la vita» rammentava Mario Rigoni Stern a Marco Paolini davanti alla cinepresa di Carlo Mazzacurati. Il cinema narrativo (l´immersione esistenziale tocca più del referto documentario), unendo la crudezza dell´immagine e l´aggressione dei suoni, può dare la sensazione dell´essere in balia di una distruzione smisurata, insieme preordinata e casuale.
Scorrono nella memoria la prima mezz´ora di Salvate il soldato Ryan (Spielberg), gli assalti-massacro di Orizzonti di gloria e l´offensiva del Tet in Full Metal Jacket (Kubrick), alcune sequenze di Forrest Gump (Zemeckis), Vittorie perdute (Post), Il cacciatore (Cimino), Apocalypse Now (Coppola), Platoon (Stone), Hamburger Hill (Irvin).
Non è un caso che quasi tutti i titoli affiorati riguardino il Vietnam. La conversazione sulla difficoltà, ma anche sulla doverosa necessità, di raccontare il massacro è intrecciata con Franco Lovato. Avvocato di Cornedo, grande viaggiatore in quanto esperto di diritto commerciale internazionale, interessato alla storia vietnamita non per competenza d´età - è ben più giovane dei ventenni nel ´68 - ma perché toccato, fin dai tempi della scuola, dall´incontro con ragazzi vietnamiti approdati negli ´80 in Italia dopo terribili viaggi in mare (boat people) intrapresi da famiglie a disagio nella riunificazione nordvietnamita.
Quel contatto "vicentino" si è dilatato con numerosi viaggi in Vietnam e nel sud-est asiatico. Frutto di quelle esperienze è stato il libro Il dramma del conflitto vietnamita. Le atrocità del passato e quel che resta pubblicato nel 2012 da Caosfera Edizioni con il concorso del giornalista Giannino Danieli, presente alla conversazione. Il libro, in maniera succinta ma puntuale e ricca d´immagini, fornisce un quadro riassuntivo del conflitto. In allegato reca un dvd con preziosi documenti filmati che sono stati proiettati nell´ambito della Mostra del cinema di Venezia lo scorso settembre.
Franco Lovato, ma ora sta per uscire ben altro.
Sì la Videoproduzioni SGI di Torino - Società Generale dell´Immagine, accreditata Rai, fornitrice ad esempio di materiali per la creatura di Minoli La storia siamo noi - sta per pubblicare Echi di pianto dall´Indocina francese un volume molto ampio destinato a una diffusione internazionale, che reca in copertina una foto di Ennio Jacobucci, eroico fotoreporter ora scomparso, rimasto da solo nei momenti più caldi della guerra e arrivato a un palmo dal premio Pulitzer. Coautore anche in questo caso Giannino Danieli prezioso e accanito nelle indagini d´archivio. Al libro si affiancherà un documentario con immagini e incontri inediti che sarà presentato alla prossima Mostra di Venezia.
Sul documentario quindi è d´obbligo la riservatezza. Ma cosa può anticiparci del libro?
Una dolorosa e ignorata storia vicentina connessa al dramma vietnamita. Luigi Albanese, nato a Cereda di Cornedo Vicentino ed emigrato nei ´50 a Seattle con la famiglia che tuttora vi risiede, richiamato alle armi è andato a combattere in Vietnam nell´agosto del ´66, nel 7° Cavalleggeri della Prima Divisione di Cavalleria per morire ventenne il primo dicembre dello stesso anno. Battendosi altruisticamente contro i cecchini per salvare i compagni, aggiunge Giannino, ricevendo alla memoria la Medal of Honour, riconoscimento ben più significativo della decorazione Purple Heart.
Ma il campo d´indagine è più ampio del Vietnam.
Infatti. Spesso non è stato per nulla facile investigare, e talvolta non privo di rischi. Il giornalista ficcanaso non riscuote simpatia. Ma battendo vie traverse e accampando disinteressate finalità "storiche" ho potuto raccogliere in Cambogia, con vari operatori, immagini portatrici di indiscutibili verità e fare incontri che hanno lasciato in me segni indelebili.
Esempio?
Thun So Eun, alto funzionario del governo di Pol Pot - che aveva pianificato la riduzione della popolazione ostile alla sua dittatura disseminando nei villaggi le piramidi di teschi ancora oggi visibili - che in una pausa della conversazione m´invita a non ritenere definitivamente chiusa la parabola dei khmer rossi. E poi il colloquio con Gnor Seng nipote di Pol Pot, appartenente a un ramo non allineato della famiglia. E il resoconto di Ha Thi Nga che, ferita e creduta morta, assiste alla geometrica distribuzione dei corpi, anche di parenti stretti, imposta dai khmer rossi per meglio perpetrare il massacro nel villaggio di Ba Chuc il 18 aprile 1978. E soprattutto l´atmosfera sospesa del presente in cui convivono massacratori e superstiti forse per l´elaborazione indotta dagli indirizzi filosofico-religiosi orientali.
Franco e Giannino non dovete sforzarvi oltre per attirare l´attenzione: quando possiamo metter le mani sul libro?
Tra un paio di settimane la SGI ci consegna le copie. La presentazione alla Libreria Galla, probabilmente il 18 aprile anniversario della strage di Ba Chuc.
@IL GIORNALE DI VICENZA 21/3/2013

Palladio assassinato in una cava e la fantasia vola fino ad Atlantide

CINEMA. Al Primavera una sala gremita e festante per la prima dell´atteso lungometraggio realizzato a Vicenza
Il regista Luca Occhi fa partire la sua storia a Nanto, dove il sommo architetto viene ucciso. Poi, dalla California, un salto fino a oggi...
Enzo Pancera
VICENZA
Anche la sala ha il nome giusto: un lavoro fatto da una brigata di giovani animati da entusiasmo incontenibile e presentato al preannuncio della bella stagione, ha avuto la cornice ideale al Cinema Teatro Primavera. Sala piena piena di pubblico, ugualmente giovane, accorso alla prima proiezione su grande schermo del film I guardiani di Atlantide facendo man bassa delle copie in dvd disponibili al botteghino esaurendole in breve.
Il lungometraggio era atteso da tempo. Luca Occhi, regista e sceneggiatore, nonché produttore, col marchio Eyes Production condiviso con babbo Pierluigi, e poi montatore e curatore degli effetti speciali, ci ha lavorato per anni. È riuscito a mettere insieme un cast attoriale e tecnico di volontari tutt´altro che improvvisati, ha ottenuto il patrocinio del Comune di Vicenza e "il gentile aiuto" di Vicenza film Commission, la cortese ospitalità di privati ed enti per le ambientazioni.
La storia ora è finalmente di dominio pubblico. Si inizia nel 1580, nelle cave di Nanto, dove il grande architetto Andrea Palladio (udite, udite) è assassinato da un oscuro killer. Il salto ai giorni nostri è anche nei luoghi californiani del cinema dove Michele Caneva (Matteo Zandonà) è cascatore col nome d´arte Mike. Una telefonata lo fa tornare nella natia Vicenza resagli ostica dalla storia finita male con la bella Paola (Elisa Balzarini). Percorso viale Roma e il corso (su bmx con salti "da mato", davanti ai Caramba, ma trattasi di stuntman) chi trova Mike dal notaio Di Pietro (Enzo Africano) che l´ha convocato? Ma Paola! Dello scomparso comune amico Gabriele entrambi devono sentire le ultime volontà. Che tirano in ballo tre misteriose pietre provenienti dall´ancor più misteriosa Atlantide. In biblioteca la coppia litigarella si chiarisce un po´ le idee e poi, sulla traccia di Palladio - l´ultimo, sembra, ad aver posseduto le tre pietre assieme - va a cercare i preziosi sassetti prima sulla torre Bissara poi nelle segreto sotto la Basilica e da qui è un succedersi di agguati, di sette (Guardiani della Saggezza, del Coraggio, della Forza), di corpo a corpo, pistolettate, minacce da voce cavernosamente vibrante (di Daniele Berardi) e rendiconto finale che reca solo lievi danni a Villa Cordellina Lombardi.
La storia è allegramente scombiccherata. Il "mistero" di Andrea Palladio (Andrea di Pietro, anzi Di Pietro, come l´ex onorevole Tonino) resta tale. Lo amplificano le tavole sui titoli di coda di Miguel Velasquez che associano alle "tre pietre" Mosè, Alessandro Magno, Annibale, i Polo, Cristoforo Colombo etc. Tutto ciò, assieme all´ultima inquadratura, potrebbe dare la stura a sequel e prequel come se piovesse.
Ovvio che sarebbe fuori luogo non stare al gioco delle picaresche trovate mentre conviene apprezzare l´ingegnoso impiego degli spazi che riesce a Occhi. Si potrà semmai rilevare, individuando margini di miglioramento per le prossime imprese del giovane autore, che i dialoghi avrebbero potuto essere sfrondati da ovvietà e resi ancor più mordenti affinandone la pur presente ironia. Nè è il caso di sottolineare che sbrigative espressioni potrebbero far ritenere non solo stilisticamente palladiana la Cordellina. La confezione anche per merito di trucchi ed effetti - più Diabolik che Indiana Jones - sostiene adeguatamente le convenzioni del genere avventuroso. Protagonisti e cast tecnico polivalente meritano ogni incoraggiamento.
Il film sarà ora proiettato in altri luoghi del territorio anzi chiunque sia interessato a ospitare una proiezione può mettersi in contatto con Luca Occhi scoprendone la cordiale disponibilità. A seguire le uscite festivaliere (e chissà quali altre avventure...).
@IL GIORNALE DI VICENZA

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