Nei prossimi giorni inizieranno in città le riprese del film "La vita accanto" per la regia di Marco Tullio Giordana, ispirato all'omonimo romanzo della scrittrice vicentina Maria Pia Veladiano che racconta di una famiglia vicentina la cui vita viene sconvolta dalla nascita di una bambina con un vasto angioma sul viso.
"Il film, tratto dal libro della scrittrice vicentina Maria Pia Veladiano, rappresenta una nuova occasione di promozione dell’immagine della nostra città ed in particolare del centro storico. Molti luoghi che tutti noi conosciamo e amiamo si trasformeranno infatti nei set delle riprese di questo progetto di qualità che sarà visto nelle sale cinematografiche di tutto il Paese" - commenta il sindaco Giacomo Possamai.
Prodotta da Kavac Film S.r.l., l'opera è stata considerata di interesse culturale da parte del Ministero della cultura ed è sostenuta da Fondazione Veneto Film Commission di cui il Comune di Vicenza è socio sostenitore.
Le riprese prenderanno il via dal 5 giugno e proseguiranno per due mesi circa. Sono previsti specifici set nel loggiato inferiore della Basilica palladiana, al Giardino Salvi e in contra' Ponte San Paolo. A Monte Berico la troupe sarà in via dei Nani, in viale Dieci Giugno e in piazzale della Vittoria, riservato alle riprese dal 5 al 7 giugno.
Fin dai prossimi giorni i mezzi della produzione sosteranno in alcuni stalli di sosta in via Rattazzi, contra' San Marco, piazza Araceli, viale Rumor, lungo corso Santi Felice e Fortunato, in viale Verona e in contra' Santa Lucia, oltre che in altre zone della città.
Durante le riprese saranno possibili alcune brevi interruzioni della circolazione, sia veicolare che pedonale.
La seconda stagione di “Luce dei tuoi occhi” girata a Vicenza andrà in onda da mercoledì 12 aprile in prima serata su Canale 5. I protagonisti Anna Valle e Giuseppe Zeno - nei panni rispettivamente dell’étoile e coreografa Emma Conti e del professore di liceo Enrico Leoni - sono affiancati da un nuovo personaggio, Petra Novak interpretata da Francesca Cavallin. La serie è prodotta da Massimo Del Frate, Head of Drama di Banijay Studios Italy per RTI e diretta da Fabrizio Costa.
Fra coreografie piene di brio ed eleganza, musiche immortali, amori appassionati, misteri oscuri e colpi di scena mozzafiato, e sullo sfondo romantico della città di Vicenza, di piazza dei Signori, del Teatro Olimpico e delle sontuose ville palladiane, Emma dovrà imparare a essere madre e maestra di una ragazza che la rifiuta e che nasconde molti segreti.
In centro la sua sagoma ha campeggiato a lungo nella vetrina di un negozio di ottica di una nota catena che lo aveva come testimonial. Ma tra pochi giorni Alessandro Borghese, lo chef dalle mille attività, sarà stabilmente a Bassano in carne e ossa per quasi una settimana. È in arrivo in città, infatti “Quattro ristoranti”, il popolare programma televisivo di sfide tra rappresentanti dell’eccellenza enogastronomia delle più belle località d’Italia. Borghese e la sua troupe registreranno ai primi di aprile una puntata della trasmissione.
Il piatto "special": asparagi e uova La notizia doveva rimanere segreta fino a cose fatte, perché tutti i coinvolti, in casi come questi, sono tenuti alla massima riservatezza e firmano severissimi accordi in tal senso. Ma Bassano è piccola e la gente mormora. E mangia asparagi. Difficile pensare, infatti, che nella stagione per eccellenza il “piatto speciale” della competizione possa essere diverso dal prelibato turione dop già rilanciato dalla recente puntata di Masterchef e caro a Sky, grazie anche al suo super-testimonial Antonio Lorenzon, vincitore dell’edizione 2019-2020 del “padre” di tutti i talent culinari.
Le riprese di "Quattro Ristoranti" ad aprile a Bassano Dopo avere portato sul Ponte la sua trasmissione di punta, dunque, Sky raddoppia a distanza di pochi mesi, questa volta con l’organizzazione di Banijay Italia, produttrice dello show, e la collaborazione delle istituzioni locali e provinciali: il Comune, che offrirà alcune location per le riprese e si occuperà di isolare di volta in volta le relative aree, e Vicenza Film Commission, che si occuperà dell’indispensabile logistica. Questa volta l’amministrazione - che per Masterchef spese diverse migliaia di euro - non dovrebbe avere esborsi: a quanto risulta, infatti, non vengono chiesti contributi economici alle località scelte.
Le selezione dei ristoranti I quattro ristoranti in gara usciranno da una riservatissima selezione che si concluderà la prossima settimana: per questioni di segretezza, viene ultimata nei giorni immediatamente precedenti il ciak e non viene divulgata. Il casting in corso è ampio e trapela solo che la produzione gradirebbe concentrarsi sul centro storico. Il format è noto: capitanati da Borghese, tre ristoratori a turno pranzano o cenano insieme nel locale del quarto, giudicano a voce alta e poi votano menu, servizio, location e conto. Il presentatore, invece, tiene segreti i suoi giudizi, che possono cambiare la classifica, e si reca a sorpresa con il suo van (tutto da vedere se riuscirà a farsi largo tra le stradine del centro) dai vincitori.
Segreto il luogo delle "pagelle" con i voti Una “sfida nella sfida” sarà quella della sede del tavolo di confronto, il luogo dove avviene lo svelamento finale delle votazioni. Si parla del chiostro del museo civico o della sala degli specchi di palazzo Sturm, per le quali “spinge” il Comune, ma la produzione starebbe valutando anche suggestive strutture private. In ogni caso, copiose saranno anche le riprese degli scorci più belli e dei panorami della città, oltre che la propaganda alle sue specialità culinarie: un altro volano importante per il turismo bassanese. A stretto giro, perché a differenza della puntata di Masterchef, registrata la primavera scorsa e trasmessa in dicembre, i “Quattro ristoranti” alla bassanese dovrebbero andare in onda tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.
La nuova stagione di "Illuminate", la docu-serie Rai prodotta da Anele in collaborazione con Rai Cultura che ripercorre le vite straordinarie di quattro eccellenze femminili. Alcune scene della puntata dedicata a Maria Callas, interpretata da Silvia D'Amico, sono state girate al Teatro Olimpico di Vicenza, grazie alla collaborazione del Consorzio Vicenza è, e si potranno vedere su Rai 3 il 9 gennaio.
"Vicenza e i suoi luoghi più belli e suggestivi sono sempre più richiesti dalle produzioni televisive. Si tratta di un riconoscimento dell'apprezzamento per la nostra città che ha con "Illuminate" una nuova occasione di mostrarsi al pubblico televisivo"- spiega l'assessore alla cultura Simona Siotto.
Silvia D’Amico, preparandosi a mettere in scena un monologo teatrale ispirato a Maria Callas, ripercorre il vissuto della grande artista e la continua lotta tra le sue due anime: la donna e la diva, il suo trasformarsi artisticamente e fisicamente, il costante lavoro che ha dovuto fare su sé stessa per far convivere il “corpo pubblico” dell’artista con il “corpo privato” della persona.
Numerosi i testimoni illustri che hanno dato il loro prezioso contributo all'episodio di Maria Callas: il biografo e collezionista di oggetti appartenuti alla cantante Michele Nocera, il soprano Selene Zanetti, la responsabile dell'archivio Fondazione Zeffirelli Caterina D’Amico, il direttore d’orchestra Massimiliano Stefanelli e, infine, Enrico Stinchelli e Michele Suozzo, autori e speaker radiofonici.
La serie prenderà il via con la regista Lina Wertmüller (Michela Andreozzi) e proseguirà con Maria Callas, l‘imprenditrice Wanda Ferragamo (Anna Valle) e l’attrice Franca Valeri (Emanuela Fanelli).
Attingendo dalle reali e personali vocazioni delle quattro attrici-narratrici e incrociando narrazione cinematografica, documenti d’archivio e testimonianze dirette, si ripercorrono le biografie e le scelte più significative delle quattro protagoniste.
Saranno presentati sabato 22 ottobre alla Festa del Cinema di Roma i primi due episodi della serie documentaria di Jan Verheyene Jean Philippe Leclaire. La scorsa primavera girate due intreviste anche a Bassano del Grappa.
foto @Vicenza Film Commission
DA IL CORRIERE DEL VENETO, 26.4.22
La tragedia di Heysel diventa un docu-film su Netflix: le famiglie venete raccontano le vittime La troupe è stata a Bassano fino a qualche giorno fa: «Non si può dimenticare» di Raffaella Forin C’è anche Bassano del Grappa (Vicenza) tra i protagonisti del nuovo docu-film «The Heysel drama» che sarà trasmesso su Netflix a ridosso delle partire del prossimo mondiale di calcio in Qatar. Una delle sette puntate è infatti dedicata interamente alla città e ai due bassanesi che con altre 37 persone morirono nella tragedia avvenuta nello stadio belga Heysel il 29 maggio 1985, poco prima del fischio d’inizio della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool. Una serie televisiva (Produzione Scope Pictures; Co-produzione italiana Palomar) con la quale il regista Jan Verheyen vuole lanciare un messaggio contro la violenza negli stadi.
Le interviste Le riprese bassanesi si sono concluse nei giorni scorsi. Le telecamere della troupe franco-belga si sono accese a palazzo Sturm, nel chiostro del museo civico, nella libreria Palazzo Roberti, con interviste all’ex calciatore Massimo Briaschi – il vicentino era in campo quella sera militando nella squadra della Juventus - ad Alberta Bizzotto, moglie di Amedeo Spolaore deceduto nello stadio con Mario Ronchi, e mamma dell’allora giovanissimo Giuseppe, che rimase ferito, all’ortopedico Giovanni Costacurta e al giornalista Domenico Lazzarotto che si trovava sugli spalti ed è anche uno degli autori del libro «1985 Heysel – 2015 Per non dimenticare» scritto, nel trentennale del triste anniversario, a sei mani con l’arbitro bassanese Luigi Agnolin, mancato nel 2018, e il giornalista Luca Pozza. Proprio il volume ha ispirato la realizzazione del filmato.
Immagini surreali È una storia che parla molto bassanese quella avvenuta 37 anni fa. «Quelle immagini quasi surreali rimarranno indelebili nella nostra mente – ricorda Lazzarotto, che ha seguito le riprese in città – È ancora vivo il ricordo delle 39 persone morte in quella mattanza, 32 delle quali italiane, e delle oltre 600 rimaste ferite. Nei tumulti provocati dagli hoolligans inglesi in quella maledetta curva “Z” morirono anche l’imprenditore Ronchi e il dentista Spolaore, che facevano parte di una comitiva di appassionati partita dalla città del Grappa e dal Bassanese. Entrambi erano volati a Bruxelles con amici e conoscenti. Con Spolaore c’era anche il giovane figlio Giuseppe che, sebbene ferito, riuscì a salvarsi». Immagini e sensazioni che ancora oggi fanno rabbrividire i presenti e che Bassano non ha mai dimenticato. «Dopo 30 anni, decidemmo di scrivere un libro per raccontare quella mattanza, ma soprattutto per ribadire un concetto ai giovani che frequentano gli stadi: il calcio è sport e vita, non violenza e morte - sottolinea Lazzarotto – che ora viene ripreso in questo docu –film. Certo, non cancellerà altre immagini, quelle impietose di chi ha vissuto quel dramma che avrebbe dovuto essere una festa sportiva ed invece, in una manciata di minuti, si è trasformato in una delle più gravi tragedie del mondo sportivo. È bene che a raccontarla, anche dopo tanti anni, siano le voci delle famiglie degli stessi sfortunati protagonisti o chi c’era quella sera, nella speranza che il messaggio contro la violenza sia ancora più forte».