“Ciak si gira”, Bassano raccontata dal cinema


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«C'è una grande storia del cinema nei borghi e nei paesaggi più amati delle piccole città del Veneto, e tra questi Bassano ha un ruolo di tutto rispetto».

Inizia così “Bassano in 35mm.” il libro che Fabio Mazzocchin e Ruggero Remonato dedicano al mondo delle sale cinematografiche cittadine e ai film girati a Bassano. Libro che approda ora nelle librerie cittadine e che sicuramente sarà uno dei protagonisti del Natale editoriale bassanese. Come recita il titolo, si tratta di un libro che racconta come il cinema abbia toccato la città del Grappa ed è impreziosito da un dvd che contiene tutte le scene dei film girati a Bassano. Sono ventidue le pellicole nelle quali Bassano fa da sfondo. 
«Con questa pubblicazione - afferma Fabio Mazzocchin, uno dei fondatori dello “storico” e rimpianto CineforumOttanta del Centro Giovanile, cercheremo di condurre il lettore fra le pieghe degli scenari più suggestivi della città del Grappa per scoprire una serie di accadimenti legati a nomi di registi, attori, scrittori e sceneggiatori». 
Una città che ha avuto, fin dal primo 900, una vitalità culturale sorprendente con teatri, spazi per spettacoli e sale, come racconta Ruggero Remonato che inizia il suo viaggio recuperando le emozioni in celluloide di quei proto spettatori, attoniti di fronte alle immagini in movimento nei baracconi delle fiere. Nelle 158 pagine del volume, ricco di immagini, si incontreranno registi come Ettore Scola, Mario Soldati, Alberto Sordi, Alberto Lattuada, Tinto Brass , Richard Attenborough e perfino alcuni registi di Bollywood. Ad arricchire il volume, che uscirà inserito in una scatola che richiama l'immagine delle “pizze” cinematografiche anche le interviste a Ermanno Olmi e a Ettore Scola che nel 1969 girò “Il commissario Pepe” da sempre nell'immaginario bassanese. Completano il volume le schede di alcuni attori nati a Bassano, da Silvia Monti a Tito Gobbi, da Luigi Erminio d'Olivo a Francesca Cavallin e Monica Vallerini oltre a quella del regista Gianluigi Polidoro, oggi pressoché dimenticato ma che giusto 50 anni fa vinse l'Orso d'Oro a Berlino con “Il Diavolo” interpretato da un bravissimo Alberto Sordi. Ma in “Bassano in 35mm” c'è spazio anche per la stagione dei cineclub e dei cineforum e per l'esperienza di Ipotesi Cinema. A.F. 

IL GIORNALE DI VICENZA 11/12/2013

Arnaldo è un impiegato di banca BpV, 10 milioni per nove film

L'impegno della Banca Popolare di Vicenza nella cinematografia è ormai una realtà consolidata

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Pieraccioni (qui con Benvenuti) nel film è un impiegato della BpV

FIRENZE
In questo suo nuovo film, Pieraccioni è un impiegato di banca. Ma non di una banca qualsiasi: lavora infatti in un'agenzia toscana della Banca Popolare di Vicenza. 
Il fatto è che l'istituto di credito vicentino, attraverso la controllata Banca Nuova, ha partecipato alla produzione della nuova fatica cinematografica del comico toscano, con il quale aveva già collaborato nel 2011 per "Finalmente la felicità". Questo rapporto si è mosso sostanzialmente su due direttrici: da un lato l'indispensabile (soprattutto di questi tempi di magra per la cultura e tutte le espressioni artistiche) apporto finanziario al progetto, legato alla legge sul Tax Credit Esterno; dall'altro, è stata realizzata un'operazione di Plot Placement, tale da rendere la presenza dello sponsor un elemento integrante della vicenda narrata. 
«In un film - ha spiegato lo stesso Pieraccioni durante la conferenza stampa a Firenze, sollecitato sull'argomento - si ha comunque bisogno di un prodotto, di un servizio o altro; e questo prodotto o servizio può essere quello di uno sponsor. Se però si sposa bene con il resto del film è meglio. Così è stato per la Banca Popolare di Vicenza: c'era bisogno di immaginare Arnaldo, il protagonista, come un uomo per bene, che avesse un lavoro da brav'uomo; la scelta del bancario è stata quindi ideale e si è inserita alla perfezione nel racconto. Direi che qui è stato fatto con misura, rendendo il tutto molto naturale».
In effetti, la figura di Arnaldo impiegato di banca è credibile, e la collocazione di alcune scene all'interno degli uffici dell'istituto non stonano per nulla e non risultano "appiccicati" a forza come invece spesso capita in programmi o pellicole smaccatamente sponsorizzati, tanto da risultare irritanti.
La Banca Popolare di Vicenza, dal canto suo, ha avviato un'estesa operazione promozionale a supporto del film: l'informazione sui casting per comparse (oltre 5mila gli iscritti, tra i quali sono stati selezionati 10 partecipanti) e un concorso legato all'acquisto di prodotti assicurativi che ha permesso a dieci coppie di clienti di assistere all'anteprima esclusiva del film, incontrando Pieraccioni e il cast.
Dal 2010 ad oggi, Banca Popolare di Vicenza ha investito 10.5 milioni euro in nove film.A.A.

IL GIORNALE DI VICENZA

Bando Cupidity per giovani videomakers e sceneggiatori

Cupidity, è un bando rivolto a tutti gli studenti delle università e scuole di cinema italiane per promuovere la creatività giovanile.

Il bando, coordinato dal regista Roberto Faenza in collaborazione con l'Università Sapienza e sponsorizzato da Unilever, è stato presentato al Festival del Film di Roma 2013 con la partecipazione di Caterina d'Amico. Scopo del bando è la produzione di tre cortometraggi, video d'animazione o videoclip musicali sul tema“amore, giovani, estate”. Il bando scade il 17 gennaio 2014. Tutte le informazioni per partecipare si trovano sul sito www.cupidity.it

Comunicato stampa: Cinema, New Media, Casting in Veneto

E' in fase di Casting in questi giorni un progetto cinematografico ambientato completamente nel Veneto.

Si cercano attori e aspiranti attori tra Vicenza, Padova, Mestre e Venezia (inviare dati e foto recenti a casting@padovafilm.com). Il progetto nasce al termine della Mostra del Cinema di Venezia (edizione 2013), dove per l'occasione sono stati presentati settanta cortometraggi di registi affermati. L'idea iniziale prevedeva di realizzare un settantunesimo cortometraggio chiamato #Venezia71 (www.venezia71.com), il progetto poi si è sviluppato fino a prevedere tre episodi (una "Trilogia") che si svolgerà rispettivamente a Padova (con alcune scene anche in provincia di Treviso) a Mestre e al Lido di Venezia. Per questo sono attivi tre siti web: www.padovaFilm.com www.mestreFilm.com e www.venezia71.com.

Il progetto è coordinato e diretto dal Regista vicentino Giorgio Viali. Si tratta di un progetto Low Budget. Il film è una riflessione sul Mondo delle Immagini e sul Mondo del Cinema e prova ad immaginare degli "estremisti" delle immagini che cercano di organizzare un'azione simbolica (un sequestro simbolico) di un'altrettanto immaginaria Direttrice della Mostra del Cinema di Venezia. Questo gruppo di "Rivoluzionari" si muove tra Padova, Mestre e il Lido di Venezia per fare dei sopralluoghi, trovare dei collaboratori, organizzarsi. Il Regista Giorgio Viali ci confida che: "Il Veneto e Venezia hanno l'onore di ospitare da settant'anni la Mostra del Cinema di Venezia ma non hanno mai saputo costruire attorno ad essa una struttura solida di legami locali e di iniziative e di produzioni che invece meriterebbe e che potrebbe coinvolgere tutto il territorio veneto. Le Film Commission venete sono da sempre attente solo alle grandi produzioni straniere che vengono a girare nel territorio e non hanno mai puntato o creduto nello sviluppo di realtà locali. Da questo punto di vista sono profondamente responsabili di un mancato sviluppo del settore in Veneto". Alcune prove di riprese sono state effetuate a Padova e a Mestre. Da notare come le richieste per poter girare alcune scene in alcune Ville e Hotel di Mestre, Treviso, Padova e Vicenza siano state accolte con molto interesse.

Il progetto prevede una immediata interazione tra prove, riprese e web e in particolare Twitter, dove sul profilo (molto seguito) del Regista Vicentino Giorgio Viali www.twitter.com/giviali si possono vedere alcuni fermi immagini di prove realizzate al NH Laguna Palace di Mestre. Altre immagini di prove si possono vedere nel sito www.padovafilm.com e www.mestrefilm.com. Per il casting inviare dati e foto recenti a casting@padovafilm.com Per Informazioni contattare info@padovafilm.com o info@mestrefilm.com

Olmi racconta la vita di trincea

ASIAGO/1. Proseguono le riprese del film che racconta gli episodi quotidiani nella prima guerra mondiale sull´Altopiano.La neve ha imbiancato il set permettendo riprese invernali Ricostruita ai Larici la trincea dov´è ambientata la narrazione

Gerardo Rigoni da Il giornale di Vicenza 26/11/2013

La neve caduta nei giorni scorsi, sia pur non particolarmente abbondante, si è rivelata alquanto preziosa per il set cinematografico che il regista Ermanno Olmi ha allestito sull´Altopiano. È stato possibile infatti girare già alcune delle scene che richiedono un´ambientazione invernale, con la neve appunto, mentre ci si aspettava di poterlo fare più avanti nella stagione. Per l´allestimento del set sono state prese in considerazione varie zone dell´Altopiano, come Val Giardini, giudicata però troppo vicina al paese, oppure l´ecomuseo sul monte Zebio, dove sono state sistemate delle trincee risalenti alla prima guerra mondiale, che tuttavia sono state considerate non adatte alle riprese. Si è deciso quindi di ricostruire una trincea in zona Larici, dove ambientare la storia.

IL RACCONTO. Il film “´14-´18”, questo il titolo, nasce in realtà quasi mezzo secolo fa, quando Olmi si stava occupando di un´altra sua celebre opera, “I recuperanti”, con la sceneggiatura dello stesso Olmi, di Tullio Kezich e di Mario Rigoni Stern. Il nuovo “´14 –´18” di Olmi parlerà della guerra narrata attraverso i ricordi di un pastore che visse da giovane soldato i combattimenti della prima guerra mondiale sull´Altopiano. Combattimenti che si svolsero proprio là dove, da anziano, fa pascolare i suoi animali, e dove da bambino aveva giocato e vissuto. I ricordi sono quelli di “Toni mato”, chiamato così per la sua vena estrosa, che si traduceva in una straordinaria capacità di raccontare storie. Storie di guerra appunto. Ma “Toni mato” è un personaggio vissuto realmente e che il regista bergamasco, altopianese d´adozione, conobbe durante le riprese de “I recuperanti”. «Nel ´69, mentre giravo “I recuperanti”, volli conoscere quegli uomini che, finita la guerra, si improvvisarono artificieri “scaricando” le bombe per sopravvivere tra queste montagne brulle - racconta Olmi - Uno di loro si chiamava proprio Toni mato, faceva il pastore, e durante le pause delle riprese raccontava tante storie risalenti alla prima guerra mondiale sui monti dell´Altopiano». «In quanto pastore, conosceva ogni angolo dell´Altopiano e quindi era prezioso per i reparti italiani accompagnando gli ufficiali alla scoperta del territorio - prosegue Olmi - Così ha conosciuto e ha vissuto storie straordinarie, gran parte delle quali sono finite in questa sceneggiatura».

TUTTO IN UNA NOTTE. La storia è ambientata all´interno di una trincea italiana e ha vari episodi, ciascuno con il proprio protagonista. Il tutto si svolge nell´arco di una sola nottata, nella quale però c´è tutta la guerra: morte, sofferenza, coraggio, paura. La notte è quella del plenilunio di fine autunno 1917, in una trincea situata sul fronte nord ovest. Il racconto è, appunto, quello di Toni mato, un vecchio di 80 anni che per tutta l´estate si sposta lungo il territorio altopianese con le greggi di altri. Per lui ogni punto di sosta ha una storia da raccontare, ed è lui stesso a narrarla ad un giovane incuriosito dai racconti del vecchio. Storie come quella in cui i soldati austriaci e gli italiani si scambiavano pane per sigarette nei pressi della Grotta del Lago, dove esiste una lapide ricorda la circostanza. Così il ragazzo porta a Toni dei sigari in cambio di un nuovo racconto, e il pastore continua a scandire episodi realmente accaduti tra i turni di guardia, la fatica di scavare i rifugi nella roccia, l´ordine di attacco. Un giorno Toni mato racconta dell´alpino conducente che ogni giorno portava con il mulo il rancio e la posta ai soldati di prima linea. L´alpino mentre saliva verso il fronte cantava. Saliva allo scoperto, sotto il tiro dei cecchini, ma senza temere il nemico. Perché cantava così bene che anche gli austriaci lo ascoltavano con commozione. Ma poi la guerra ha fatto irruzione sulla scena, portando morte e distruzione. E facendo tacere per sempre l´alpino conduttore cantante. «La Grande Guerra conservava ancora una sorta di umanità, che le guerre attuali hanno perso - conclude Ermanno Olmi - Allora tra soldati esistevano ancora atti di pietà, solidarietà, comunanza. Oggi invece, nelle guerra come nella vita quotidiana, non ci si guarda più in faccia».

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